Tra click e calamaio: pronti per immaginare qualcosa di completamente nuovo?
La scuola per come la conosciamo non c’è più e non è detto che il ritorno alla normalità ce la restituisca così com’era, anche con i suoi elementi fondamentali che sono già dal passato messi in discussione.
La pandemia sul sistema scolastico è una grande occasione \ di innovazione:
stiamo assistendo al più diffuso evento di co-progettazione della scuola del futuro che avremmo mai potuto immaginare.
Oggi la pressione incombente della situazione pandemica ha imposto di velocizzare i tempi, le istituzioni si sono aperte molto all'ascolto delle diverse voci.
In questo periodo prevale il pieno emergere della
cultura partecipativa, dei social network, dei webinar, open courses ecc… e stiamo attingendo da queste pratiche più che da qualsiasi teoria pedagogica. Le istituzioni scolastiche stanno facendo open innovation in un certo senso, confermando quando ci racconta anche
Flaviano Zandonai.
Docenti, studenti e genitori: giochi di ruolo
Sono diversi gli attori in gioco per definire la scuola di domani tra cui:
I DOCENTI → sono alle prese un lavoro di traduzione dei contenuti e delle modalità, e di riconnessione, in tutti i sensi.
GLI STUDENTI → si trovano a dover fronteggiare questa situazione in maniera non certo facile: prima gli studenti e le studentesse entravano ogni giorno in un’aula, ora invece è la scuola che entra nelle loro case, ognuna diversa dall’altra. Chi ha un computer e una connessione stabile può andare a scuola, chi invece ha quattro fratelli con le stesse esigenze oppure vive in un paesino dove non prende internet o che semplicemente non ha una connessione in casa, non può frequentare le lezioni. la scuola era il centro di pareggiamento delle differenze e del divario educativo, le invalsi mostrano che gli studenti migliori sono quelli con a casa una libreria e una connessione a internet, per gli studenti che non ne possedevano in casa avevano queste cose a disposizione nella scuola, mentre adesso non ne hanno più accesso.
I GENITORI → si trovano a dover gestire i figli mentre lavorano da casa, e questo porta a una fluidità dei ruoli che può diventare anche una risorsa, ma è sicuramente una fatica.
Stanno andando in crisi le strutture precedenti, a cui eravamo abituati senza consapevolezza di esserlo, e questa è una sfida in atto, che potrebbe avere dei riscontri positivi in futuro.
Ci sarà - forse - una consapevolezza nuova: abbiamo capito che la vita scolastica non può essere offline.
I docenti hanno acquisito un set di competenze prezioso: le competenze di cittadinanza digitale.
Come ha raccontato Alex Giordano questa è un'
occasione per liberarsi e rivedere le proprie priorità.
Cosa rimarrà di questo periodo nella scuola?
Sono molte le competenze che stanno nascendo in questo periodo, competenze che dovranno essere utilizzate per
fare didattica integrata digitale in presenza, bisogna comprendere che la distinzione tra on-line e fisico non è in realtà presente, come dice Luciano Floridi noi
viviamo in una realtà on-life non c’è distinzione netta tra quello che succede in rete e ciò che facciamo nel fisico.
Gli insegnanti delle scuole primarie dovranno
insegnare oltre che a leggere e scrivere a mano, anche insegnare a scrivere utilizzando la tastiera qwerty, come anche nelle medie non si potrà più relegare il cyber bullismo come separato dal bullismo “canonico”, in quanto sono ormai assolutamente fusi l’uno con l’altro.
Quali saranno gli strumenti educativi del futuro?
Nella lettura di un romanzo o di un libro i questionari dicono che sia professori che studenti preferiscono il cartaceo, mentre invece se devono studiare, quindi cercare informazioni in modo attivo, trovare le occorrenze di un nome nel testo, selezionare contenuti e copiarli, attivare un sistema di traduzione, quindi
se bisogna lavorare su di un testo si preferisce la versione digitale per poter avere tutta una serie di vantaggi.
Quando si parla di scuola il problema non è scegliere tra il libro cartaceo oppure il suo formato digitale,
il problema è nell’apertura e nell’accessibilità dei contenuti editoriali. I libri scolastici non fanno parte dell’archivio bibliotecario digitale e per questo bisogna iniziare a puntare su
materiali di apprendimento transmediali, rilasciati con licenze aperte e senza costi di accesso.
Tre parole per il Futuro
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COMUNITÁ EDUCANTE
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SPERANZA
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INCLUSIONE