Reset, Reconnect e Restart!
- A fine 2019 è uscito un articolo su
Nova - Il Sole 24 Ore, dove Sara esortava al Reset e Restart: abbiamo raggiunto una velocità insostenibile, dobbiamo rallentare. Bene, è arrivato il momento che tutti si auspicavano, o che temevano! Sta succedendo e non siamo stati in grado di fermarlo nonostante lo sapevamo, questa impossibilità di prendere le giuste decisioni ci viene
spiegato bene da Cristiano Bottone. Ricominciare cambiando tutto, provando a ripensare a un mindset nuovo. Esiste una correlazione diretta tra l’aumento della quantità di co2 nell'atmosfera e la qualità del nostro cibo.
- E questo
mindset nuovo, da cosa parte? Non economia circolare, ma sarebbe meglio
stile di vita circolare: ogni volta che creiamo qualcosa, di qualunque tipo, dobbiamo pensare a come impatta sull'
ecosistema allargato.
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Tra il reset e il restart ora dobbiamo inserire il "reconnect": siamo ri-precipitati alla base della piramide di Maslow, al punto di partenza: infatti tutti hanno ricominciato a cucinare, per necessità ma anche per riconnettersi alle nostre origini, che sanno di casa, di genuino e di vero.
- Inoltre, abbiamo ricominciato a
rifornirci di cibo dai negozi di prossimità: in pochissimo tempo, si è rivalorizzata la produzione locale, anzi iperlocale! Piccoli agricoltori che hanno la possibilità di non interrompere il proprio lavoro: interromperlo significherebbe interrompere un ciclo, attraverso un nuovo paradigma che ci ha raccontato anche
Alex Giordano quando ci ha parlato di Glocal.
In moltissime zone del mondo si sta replicando questo fenomeno: il cibo del futuro allora forse è davvero
modello produttivo-generativo, basato sull’aumento e la generazione di valore locale, sulla valorizzazione di ogni singolo scarto, annullandoli.
Siamo forse già su un palcoscenico da cui possiamo assistere al cibo del futuro?
- Alcuni
esempi di modelli virtuosi che si stanno sviluppando già negli ultimi anni in questa direzione:
- Smart Farming > utilizzo di tecnologie avanzate nella filiera, direttamente sul campo! Sensori per irrigazione, droni per monitoraggio, forecasting avanzate, così da poter avere le informazioni adeguate per ridurre gli sprechi inutili di fertilizzanti e altri prodotti.
- Vertical Farm > attraverso questa metodologia è possibile avere cibi a km 0 anche in zone farm-desert come New York. Coltivazione che offre ad ogni singolo seme la luce e l'acqua di cui ha bisogno.
- Cosa resterà, del settore della ristorazione/horeca dopo questo periodo di chiusura?
Secondo Sara ripartirà, anche prima di altri, perché sarà il nuovo fulcro della socialità. Non interromperemo ciò che ci mette in prima fila come esseri umani. Ci sono comunque casi interessanti di realtà che si sono reinventate, pensiamo a chi prima non faceva delivery o ad un oste che inizia a fare collegamenti live sui social, cosa mai sperimentata perché prima stava "solo" in cucina.
Ricordiamo, inoltre, che chi ora fa delivery lo fa per offrire un servizio, non per guadagnare:
al momento guadagnare è pressoché impossibile.
- Nutrire il futuro: sì, ma come?
Quando ritorneremo non dovremo accontentarci nel fare la scelta più "basica", dobbiamo mantenere ciò di cui
ci siamo resi conto in questo periodo di reset e reconnect.
- È possibile immaginare davvero un futuro dove il cibo sarà democratico per tutti?
Dipende da noi! Proviamo a fare un reverse engineering ogni volta che diamo un morso! E riprendendo buone abitudini del passato, cercando la consapevolezza profonda di ogni gesto alimentare che facciamo.
È vero che sono passi elementari, ma il cibo deve essere elementare!