Immaginare un altro futuro: come fare?
Una pandemia globale è un
fenomeno ricorrente nella storia dell'umanità, che potrebbe funzionare come indicatore della nostra capacità di reagire alle sfide dell'attualità.
Il sistema economico mondiale si è palesato come fortemente anelastico, proprio perché mancano strutture capaci di governare le problematiche.
Quando gli eventi avversi avvengono in maniera lenta e progressiva facciamo fatica a reagire nel quotidiano: quando invece ci troviamo davanti a un'emergenza, ci attiviamo.
Perché lo facciamo?
Perché l'evoluzione ci ha insegnato esattamente questo: ecco perché questa crisi va colta come una grande occasione.
Quando ci troviamo davanti a un
cambiamento evolutivo si rende necessario cambiare i modelli che gestiscono la governance su cui il sistema che abbiamo sempre conosciuto è fondato. Per questo è stato ipotizzato un metodo innovativo di flusso del agire, per passare dalle informazioni alle azioni, chiamato
TESTA-CUORE-MANI.
Il problema per cui non si riesce a modificare il modello decisionale di governance è psicologico, perché
la consapevolezza e gli strumenti ci sono, ma la conoscenza umana si veicola principalmente tramite storie, storie in grado di animare l’uomo.
Ma l’anima non sempre porta a scelte giuste, l’anima è alla base dell’ idea democratico-maggioritaria, ma è davvero la modalità giusta e migliore? Con il metodo TESTA-CUORE-MANI si potrebbe passare ad un modo di prendere decisioni diverso.
Il modello TESTA-CUORE-MANI :
Testa: servono dati certi e reali, per capire il reale in maniera sistemica, estraendo i dati dall’ideologia, servono gruppi in cui tutti sanno le cose, bisogna scollegare i dati dalle azioni e mantenere attivo il pensiero critico per non ritrovarsi nelle gabbie delle mappe cognitive.
Cuore: costruito un frame interpretativo associato ad una serie di dati la parte emozionale dell’uomo si presenta e condiziona le future decisioni, per questo è necessario che le emozioni siano da accogliere tramite facilitazioni anche procedurali, servono tempi lunghi, serve coesione sociale e servono gruppi.
Mani: necessarie le condizioni per permettere che nei momenti di agire si continuino a ricevere le informazioni necessarie e pulite da condizionamenti esterni e interni, serve la creatività la quale nasce tra persone diverse, serve un'azione sistemica e non bisogna avere competizione.
Approfondimento:
il TEDx Talk di Cristiano Bottone che racconta il metodo.
La difficoltà che dobbiamo fronteggiare è la
fine della grande narrazione del futuro in crescita, proprio come ci dice Harari: dal 2008, una visione ottimista e possibilista è andata scemando, come viene spiegata in questa altra puntata in cui è ospite
ADAM ARVIDSSON, in cui ci spiega la presa di consapevolezza della fittizia crescita portata delle big tech.
Fino al 2008 abbiamo passato così tanto tempo a immaginare un solo tipo di futuro - il futuro della crescita- che oggi non riusciamo più a immaginare altri.
Non si riescono ad immaginare nuovi futuri perché rimaniamo ingabbiati in mappe cognitive che non riescono a seguire le rotazioni della terra, ed è proprio per questo che il non riuscire ad immaginare un futuro genera paura, e il dolore viene respinto e non affrontato.
Qui entra in gioco la parte del modello che ha a che fare con il CUORE.
È poi fondamentale ricordarsi che per compiere mutazioni e passaggi evolutivi è necessario un
periodo di fatica, e forse anche di "dolore".
La fase dolorosa va accettata come passaggio necessario e, proprio per questo, scaricata di emotività: pensiamo per esempio il parto, che è doloroso ma genera vita.
La cultura consumista ci fa vedere il dolore come una cosa negativa che va evitata attraverso l’utilizzo di prodotti.
Diventando più capaci di affrontare la fatica, saremo più in grado di
immaginare, generare e costruire il cambiamento, per poi essere pronti ad abitarlo. Forse ci siamo illusi di aver creato un mondo senza dolore, quando invece lo abbiamo solo esternalizzato.